giovedì 27 luglio 2017

Pretoriano 300 A.D. epoca di Diocleziano






























Nei primi anni del IV° secolo i pretoriani vivono il termine della loro lunga esistenza. Combattendo con Massenzio contro la armata di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio del 312 A.D. verranno sconfitti, i loro comandanti giustiziati e la formazione militare verrà dispersa.
Il soldato raffigurato utilizza ancora l'ultima evoluzione del vecchio Pilum con due bocce di appesantimento e il legno decorato a strisce colorate.
La lunga lorica di scaglie è di ferro che, costantemente pulito, doveva avere un aspetto più luminoso e gratificante di quelle in bronzo meno soggette alla ossidazione ma anche meno appariscenti. Lo status elevato dei pretoriani ricercava un aspetto ricco e classicheggiante.
Lo scudo è della forma ovale, quasi rotonda, imperante ma è ragionevole pensare che non fosse costruito semplicemente con robuste assi di legno piatto, ma con una tecnica più lunga e difficoltosa volta a dargli una forma concava con il vertice posto sull'umbone centrale.
L'insegna ci mostra un leone con il capo circondato da raggi solari in coerenza con la religione solare (Sol Invictus) diffusa in ambiente militare ed adottata ufficialmente dall'imperatore Diocleziano.
Cintura militare e spada sono quelle in uso all'epoca e l'elmo conico è la variante più complessa e coprente dei modelli a segmenti rivettati ed in uso anche alla cavalleria.
I colori ipotizzati per la tunica sono sempre il bianco con i decori applicati e le braghe, che hanno l'estensione ai piedi ed i calzari scollati adatti a questo tipo di indumento, sono rosse.






















In questo bassorilievo dell'Arco di Galerio si vedono chiaramente i soldati che circondano l'imperatore (perciò presumibilmente pretoriani a piedi ed a cavallo) con le lunghe loriche di scaglia, gli scudi convessi ovali e le lance, gli elmi sono quelli conici a segmenti dotati di paranaso.
















Ecco una ricostruzione archeologica che estrae dal bassorilievo un cavaliere con il suo completo equipaggiamento.



















Il disegno raccoglie gli elmi presenti nel bassorilievo per evidenziarne la forma a segmenti, il paranaso e gli ampi paraguance.































Il reperto archeologico ritrovato in Egitto in ottimo stato di conservazione.















La ricostruzione mostra lo spaccato costruttivo dell'elmo nel quale è chiaramente visibile la robustissima struttura e la totale mancanza di decori o elementi non funzionali all'uso pratico dell'elmo stesso.
Un anello è applicato in cima e si suppone servisse all'applicazione, mediante un semplice nodo, di una coda di crini di cavallo come cimiero.

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